Corso RSPP datore di lavoro: intervista a Lorenzo Fantini

Corso RSPP datore di lavoro: intervista a Lorenzo Fantini
 

Per un datore di lavoro assumere la funzione di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione non è un compito banale. Meno che mai negli ultimi mesi, contrassegnati in tutta Italia dall’emergenza di contenimento del pericolo COVID-19 nei luoghi di lavoro.

Le aziende italiane di ogni dimensione sono state chiamate a rivedere DVR, piani e protocolli di sicurezza per scongiurare eventuali contagi e relative responsabilità.

Anche all’interno della Fase 3 aleggia un clima di forte prudenza di fronte a una situazione che richiede costante aggiornamento e evoluzione. In questo contesto, formazione e informazione offrono ancore sicure a tutti i titolari che oltre a tenere il timone dell’azienda ricoprono anche il ruolo di RSPP.

Approfondiamo l’argomento con l’Avvocato Lorenzo Fantini, docente del prossimo corso per rischio basso, medio e alto, disponibile in webinar.

Perché il ruolo del RSPP datore di lavoro è fondamentale nella fase di riavvio delle attività produttive e commerciali?

«Il motivo è semplice: nelle aziende dove il ruolo di datore di lavoro e RSPP coincide, la responsabilità per la salute e la sicurezza del personale si somma agli obblighi consulenziali relativi all’identificazione delle procedure di sicurezza.

In termini pratici, per un imprenditore disporre di una figura in meno si traduce in una responsabilità in più: occorre farsi carico della preparazione che richiede il ruolo dell’RSPP, più che mai indispensabile in questo periodo in cui occorre minimizzare il rischio di contagi».

Che ruolo gioca la formazione dell’RSPP datore di lavoro in un momento storico tanto delicato come questo?

«Centrale ed essenziale. Ecco perché un buon corso per RSPP Datore di Lavoro richiede una giusta dose di impegno per affrontare la quantità e la densità degli argomenti, senza togliere però troppo tempo all’imprenditore.

Oltre ai contenuti obbligatori secondo il Testo Unico sulla Sicurezza (Dlgs 81/2008) la formazione comprende indicazioni e istruzioni per osservare le procedure emergenziali delineate negli ultimi DPCM».

Per molte aziende telelavoro e smartworking sono stati elementi di novità anche sul fronte della sicurezza sul lavoro. Come devono essere gestite dal datore di lavoro?

«Il legislatore considera applicabili in questa fase emergenziale le norme sul lavoro agile contenute nella Legge 81/2017. La legge garantisce, anche a casa, la copertura assicurativa per gli infortuni sul lavoro: si tratta di una tutela per il lavoratore, ma anche per l’azienda, che non sarà tenuta a risarcire eventuali incidenti avvenuti in casa.

Il datore di lavoro tuttavia è tenuto a fornire un documento informativo per prevenire alcuni rischi come il rischio posturale o il rischio elettrico. Può essere sufficiente trarre le indicazioni dall’informativa realizzata dall’INAIL».

Quali suggerimenti può fornire invece ai datori di lavoro per gestire l’ordine di rientro dei lavoratori in azienda?

«Il mio consiglio è di valutare la necessità e la convenienza del rientro del personale sulla base di criteri logici e non forzati. Occorre tenere conto sia del contingente realmente indispensabile, sia delle misure di distanziamento che dovranno essere attuate nei luoghi di lavoro: meno persone saranno presenti in azienda, più sarà semplice applicare il distanziamento minimo tra i lavoratori.

Viceversa, il Decreto Rilancio viene in nostro soccorso per gestire il diritto allo smartworking. Il D.L. 34/2020 prevede il diritto di continuare a lavorare a casa ai lavoratori con figli al di sotto dei 14 anni. Qualora, chiaramente, il proprio partner non usufruisca dello stesso diritto».

Cosa succede se un eventuale contagio in azienda viene classificato come infortunio sul lavoro?

«Il riconoscimento del contagio come infortunio sul lavoro non implica in maniera automatica la responsabilità del datore di lavoro.

La norma sullo scudo penale, di cui tratteremo nei corsi per RSPP datore di lavoro, tutela il titolare dell’azienda circa le proprie responsabilità, tranne nei casi in cui si verifichi una mancata attuazione delle misure anti-contagio».

Quali sono dunque le azioni da compiere per dimostrare l’applicazione delle misure di sicurezza?

«L’aggiornamento della valutazione dei rischi, l’attività di formazione e informazione adeguata, la fornitura di DPI e la creazione di procedure di sicurezza sono azioni essenziali. Non si chiede al datore di lavoro di creare un ambiente lavorativo a rischio zero, ma di adottare tutte le misure per limitarlo. Consiglio inoltre ai datori di lavoro di documentare l’applicazione delle procedure attraverso un protocollo aziendale e conservando prove, certificati e attestati».

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