Con i turisti tra i canali di Venezia: cosa può fare un accompagnatore turistico

 
 

In Europa, in tutta Italia, anche sull’acqua. L’abilitazione di accompagnatore consente di lavorare nel settore turistico attraverso ogni mezzo. Così, Davide Perolari, da oltre 30 anni gestore di un servizio di water taxi a Venezia ha ampliato le proprie opportunità di lavoro accompagnando i turisti per i canali della serenissima. Per aggiungere questa abilitazione alla licenza di taxi acqueo e NCC ha scelto proprio FORMart: in questa intervista ci racconta la sua esperienza.

 

Quali sono le particolarità per svolgere il ruolo di accompagnatore turistico in una realtà come Venezia?

 

Venezia è particolare in tutto. La peculiarità che deve avere un accompagnatore turistico per svolgere bene questa professione in una realtà urbana come Venezia è assolutamente conoscere a fondo la città e tutti i suoi meccanismi. Altrimenti l’accompagnatore rischia di perdersi, non solo in senso figurato, con conseguente danno di immagine per il tour operator e per l'accompagnatore stesso.

 

Quando si parla di Venezia si pensa spesso a vacanze e turismo di piacere, dimenticando altre forme come il turismo congressuale e i festival. Quanto incidono?

 

Dai primi di settembre fino a primavera solitamente, prima della pandemia, si aveva un 50 e 50 tra turismo di massa e congressi o eventi. Per citarne uno, il congresso di cardiochirurgia, senza contare il festival del cinema di risonanza mondiale che richiama migliaia di persone in Laguna e nella fattispecie al Lido. Questo consentiva fino a novembre di avere un giro notevole, che andava bene a tutti perché copriva un po’ i mesi con minor affluenza turistica. Dopo il covid la situazione però è cambiata. 

 

Quanto reputa importante il ruolo dell’accompagnatore quando occorre gestire turisti che provengono da paesi molto diversi dal nostro?

 

Lavoro da trent’anni e ho visto un po’ di tutto. Per gestire al meglio turisti che arrivano da latitudini lontane e con culture molto differenti dalla nostra la figura dell’accompagnatore diventa fondamentale. Oltre che accompagnare, occorre gestire gli imprevisti, bisogna mediare con i turisti e aiutare i turisti stessi a interagire con i residenti. In certe situazioni la convivenza non è sempre facile.

 

Rispetto alla buona riuscita del corso, reputa utile la presenza di docenti con grande esperienza professionale all’interno del settore turistico?

 

Assolutamente sì. Ritengo che ricevere nozioni da chi lavora giornalmente sul campo sia un plus impagabile, perché come detto prima, in questo periodo post covid tutte le realtà tanno cambiando. Avere informazioni in tempo reale è un vantaggio rispetto a quello che si può studiare su un libro magari anche solo di tre quattro anni fa. Così facendo si approfondiscono temi e situazioni che per casistica possono succedere più spesso, preparando i partecipanti a gestirli nel migliore dei modi. 

 

Come valuta il confronto con partecipanti che svolgono attività diverse dalla sua (es: agenti di viaggio)?

 

Il confronto è sempre una buona cosa, inserito nel nostro contesto è stato un ottimo modo per capire che la filiera turistica è molto complessa ed in evoluzione. Ogni professionista svolge il proprio ruolo, anche piccolo, per farla funzionare al meglio.

 
 
 

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