Rapidità, personalizzazione, economicità. I vantaggi
della stampa 3D per la produzione sono ormai noti, così come le difficoltà che
frenano il suo impiego diffuso e capillare nella manifattura.
Non si tratta
solo di motivazioni soft, come la mancanza di formazione del personale del
reparto produttivo. Si tratta anche di problematiche hard, come l’acquisto di
un dispositivo e di materiale adatto per ogni lavorazione.
Ma qualcosa sta cambiando e sta accadendo proprio in
Emilia-Romagna.
MAT3D New Materials è un esempio virtuoso di imprese
che mirano a favorire il passaggio di paradigma da produzione sottrattiva a
produzione additiva nelle aziende manifatturiere.
Il co-fondatore Giampaolo Melli e il team di ricercatori
e professori universitari hanno la missione di offrire al settore della
meccanica nuovi materiali per la stampa 3D.
Lo spin-off dell’Università di Parma e dell’Università
di Modena e Reggio Emilia concentra i propri sforzi nella creazione di
materiali polimerici potenziati da nanoparticelle per migliorarne le proprietà
meccaniche o elettriche.
L’obiettivo? “Offrire resine e filamenti che
permettano alle tecniche additive di inserirsi sempre di più nei processi della
manifattura”.
L’elemento cardine sarà il disegno e non il pezzo.
Ecco perché diventerà fondamentale, anche all’interno delle PMI che operano
nella meccanica e nella meccatronica, l’utilizzo di software come Inventor,
Solid Edge, Solidworks e MasterCAM.
I pezzi che un tempo richiedevano una prototipazione
lunga e dispendiosa potranno essere testati, simulati e modificati rapidamente
a costi decisamente inferiori.
A patto di avere a disposizione risorse capaci
di utilizzare questi strumenti e di integrarli all’interno dei processi
produttivi.
FORMart offre alle aziende emiliano-romagnole che operano nel
settore della meccanica, della meccatronica e della motoristica un ampio
ventaglio di opportunità formative a costo zero.
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