NIO: nuova intelligenza organizzativa - Intervista al Dott. Maurizio Morini

 
 

L’uomo, la macchina. l’AI. Con l’introduzione sempre più pervasiva dell’intelligenza artificiale, la sfida tecnologica nel mondo della meccanica e della produzione diventa a tre. Molte aziende, grandi medie e piccole, hanno iniziato ad usarla quotidianamente. Tante iniziano adesso, con curiosità misto al timore ancestrale del sopravvento della tecnologia sull’uomo. 

Chi pensa di essere in ritardo nell’adozione dell’intelligenza artificiale potrebbe essere in errore. Perché solo in pochi hanno utilizzato fino a oggi un approccio strategico e organizzativo all’AI, limitandosi, nella maggioranza dei casi, ai vantaggi operativi.

Affrontiamo la questione con il Dott. Maurizio Morini. Manager di grande esperienza nell’industria e nella grande distribuzione, Morini è imprenditore nel campo della consulenza strategica. Presto sarà nostro docente nel corso gratuito e webinar Leadership, comunicazione e AI per la meccanica – NIO, nuova intelligenza organizzativa.

 

Perché potrebbe essere riduttivo parlare di AI? Perché in azienda suggerisci di approcciarsi al cambiamento attraverso il termine Nuova Intelligenza Organizzativa?

 

L’AI è oggi accessibile a tutti e viene utilizzata come strumento di efficienza e di miglioramento per il proprio lavoro. Meno esplorato è il suo utilizzo per lo sviluppo organizzativo. Per questo parliamo di Nuova Intelligenza Organizzativa: un paradigma elastico e osmotico che si apre all’ambiente circostante e abilita modalità relazionali positive grazie anche all’intelligenza artificiale. 

È importante riflettere non solo sull’uso dell’AI, ma anche sul contesto nella quale si applica e su come potenziarne qualitativamente le interazioni all’interno e tra le organizzazioni.

 
 

Di fronte all’AI, molte persone hanno usato un approccio esplorativo. Perché converrebbe invece usare un approccio strategico e organizzativo?

 

Il presupposto è che, a seconda di come si utilizzi l’AI, si possa cogliere il vero potenziale.

L’AI apprende costantemente dall’interazione avuta con chi la utilizza. Se l’AI viene integrata invece in un processo con più persone, può costruire una memoria espansa. A livello organizzativo, è senza dubbio questa la via per aumentare i risultati facendo emergere le relazioni.

Per utilizzare l’AI a livello strategico, è necessario riflettere sul risultato da raggiungere. Le risposte dell’AI, come per l’intelligenza umana, sono direttamente proporzionali alla qualità delle istruzioni impartite, proprio come quando si realizza un brief per colleghi e collaboratori. Per ottenere prompt efficaci, bisogna essere preparati: molte realtà stanno ancora applicando l’AI in modo generico, senza aver svolto un vero training. La formazione e un approccio strutturato che tenga conto dell’ABC delle tecniche di leadership possono fare la differenza.

 

L’intelligenza artificiale renderà i lavoratori meno operativi e più manager?

 

In molti casi l’AI libera tempo dedicato a compiti operativi: in 25 minuti si può fare ciò che prima richiedeva tre ore. I compiti vengono completati rapidamente e non servirà più rimanere a lavoro fino a tardi. Probabilmente, i tempi di lavoro maggiori non saranno più occupati dall’operatività in sé, ma dalla scrittura di prompt di qualità e dal controllo dei risultati.

Ciò che non cambia e non deve cambiare, è la responsabilità personale: occorre sempre controllare e verificare che i risultati siano corretti. 

In ambito meccanico, per alcuni ruoli, l’AI si limiterà a svolgere un ruolo complementare, in altri ruoli può accrescere l’aspetto manageriale del proprio lavoro. Applicando il ciclo Plan-Do-Check-Act, chi userà bene l’intelligenza artificiale rafforzerà notevolmente le potenzialità manageriali nel proprio lavoro.

 

Quali sono le opportunità per le grandi, medie e piccole aziende della meccanica?

 

Le grandi imprese hanno l’opportunità di fare efficacia ed efficienza. Dove sono presenti molti processi produttivi, le imprese potranno delegare parte del processo ottenendo riduzione dei costi e maggiore competitività sui mercati. Fermo restando che le decisioni dovranno sempre essere umane.

Le imprese di dimensioni minori potrebbero utilizzare l’AI per ottenere dei vantaggi organizzativi e culturali. Una PMI potrebbe fare un salto organizzativo sfruttando l’AI non solo per i processi produttivi, ma anche per aumentare il coinvolgimento interno tramite la comunicazione interna e la gestione dei collaboratori.

Ad esempio, comunicare il cambio dei turni e realizzare pagine e pagine di spiegazione è un lavoro molto duro che può essere reso molto più semplice e rapido. Su questo aspetto, l’AI offre un supporto incredibile.

 

Può farci un esempio di come un’azienda meccanica possa avere vantaggi immediati dall’introduzione consapevole dell’intelligenza artificiale?

 

Per un’impresa di cui non farò il nome, con una grande struttura con più unità satelliti, ho realizzato un’attività che comprendeva tre incontri di un’ora a distanza e un test NIO lab. Lo stesso che svolgeremo anche durante il corso FORMart. Con pochi collaboratori, abbiamo processato un grande numero di idee attraverso l’AI per poi raccoglierle in una directory. Insieme al gruppo di lavoro abbiamo selezionato 8 attività sulle 20 globali sortite tra lavoro del team e supporto AI; quelle selezionate sono state ridate in pasto all’intelligenza artificiale per realizzare un programma di lavoro dettagliato, che è diventato un programma di miglioramento operativo, pronto per essere attuato dall’impresa. 

Per me stesso che svolgo un lavoro di consulente, la possibilità di risparmiare tempo grazie all'AI comporta la possibilità di essere più efficiente, a volte anche rendere più conveniente l'offerta economica e mi consente di dare una risposta più rapida ai miei interlocutori. Il gioco è a somma positiva, per tutti.

 

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