Il codice degli appalti: cosa cambia per le PMI

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Con il nuovo codice degli appalti il settore delle opere pubbliche rappresenterà una straordinaria opportunità di lavoro. Anche per le PMI, che fino ad ora lo avevano considerato un mercato residuale.
Parola di Domenico Altieri, direttore marketing di Emc2, la società che ha vinto il premio Innovatore Responsabile della Regione Emilia Romagna 2018.

Lo abbiamo intervistato per conoscere più da vicino le opportunità aperte dalle novità normative, i cambiamenti salienti e gli aspetti procedurali per le PMI. Argomenti che saranno approfonditi nel prossimo corso “Il nuovo codice degli appalti pubblici” in programma a Piacenza nel 2020.

 

Perché molte PMI dovrebbero riconsiderare la possibilità di lavorare per la Pubblica Amministrazione?

«Finora, i lacci burocratici e la famigerata reputazione degli enti della Pubblica Amministrazione come pessimi pagatori hanno frenato l’interesse delle PMI e delle imprese meno strutturate.

La spinta riformatrice alla base del Nuovo Codice degli Appalti ha valorizzato invece la libera concorrenza tra imprese, permettendo così anche alle PMI di essere competitive in questo mercato.

Un maggior livello di concorrenza, insieme a una maggiore certezza sui tempi di pagamento costituiranno opportunità concrete per le PMI: basti pensare che oggi la media dei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni in Italia è scesa a 46 giorni su un totale di 8,9 milioni di fatture pagate, per un importo pari a 60 miliardi».

 

Quali sono le novità del nuovo codice degli Appalti più interessanti per le PMI?

«Sono principalmente due: maggiori margini di suddivisione in lotti e le gare telematiche.

Mentre il vecchio codice tendeva a vietare la suddivisione dei lavori in lotti per massimizzare le economie di scala e il risparmio per gli enti pubblici, il nuovo Codice degli appalti capovolge questo paradigma. L’Articolo 51 favorisce la divisione in lotti, agevolando la partecipazione delle Piccole e Medie Imprese alle gare d’appalto.

L’introduzione delle gare telematiche, attraverso i portali del Ministero e delle Regioni, semplifica le procedure di gara e riduce i costi di partecipazione. Per aggiudicarsi la gara, però, sarà chiaramente necessario saper utilizzare al meglio questi strumenti».

 

Quali sono invece le modifiche salienti introdotte dallo Sblocca Cantieri?

«Il decreto Sbocca Cantieri, modificato in fase di conversione in legge, rende più semplici le procedure di gara per l’esecuzione di lavori fino a 150.000 euro. In questi casi è possibile procedere con un affidamento diretto all’impresa, previa acquisizione di tre preventivi.

Lo stesso decreto allarga l’opportunità di ricorrere a subappalti. In questo caso le PMI possono partecipare alla realizzazione di opere pubbliche con meno vincoli. La quota di lavori sub-appaltabili viene elevata dal 30 al 40% e non è più richiesta la produzione della documentazione amministrativa già in sede di gara».

 

Quali sono le strategie che una PMI può mettere in campo per aggiudicarsi un appalto?

«Elaborare una proposta chiara e comprensibile in cui si evidenzia il rapporto qualità/prezzo può essere decisivo: il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ma non necessariamente più bassa, premierà le imprese che hanno la capacità di introdurre innovazioni progettuali e saperle valorizzare.  

Comprendere le necessità della Pubblica Amministrazione cliente resta fondamentale: la regola numero uno, per quanto possa banale e scontata, è leggere attentamente il bando di gara e tutti i suoi allegati.

Senza dimenticare inoltre di verificare che le autodichiarazioni relative ai requisiti di ordine morale, economico o tecnico siano supportate da certificati, pena l’esclusione dalla gara».