Attraverso la natura, attraverso la storia. Una guida ambientale escursionistica si trova spesso a ripercorrere le orme dell’uomo lungo il sentiero. L’Italia è piena di itinerari dove l’aspetto culturale si intreccia all’interesse naturalistico, e la Strada delle 52 Gallerie ne è un magnifico esempio.Abbiamo chiesto a Davide Bergozza, GAE abilitata tramite i corsi FORMart, di parlarci della sua esperienza da guida ambientale escursionistica, alla riscoperta di un percorso fondamentale nella recente storia d’Italia.
Sì, penso proprio di sì. Ad esempio, le 52 Gallerie testimoniano la costruzione di un’opera unica nel suo genere, dove l’aspetto storico è imprescindibile e occupa la fetta più grande. Dal punto di vista naturalistico è un ambiente che a tratti presenta aspetti alpinistici, pieno di guglie, formazioni rocciose a un primo aspetto inaccessibili. Salvo, per l’appunto, la strada delle 52 gallerie. Il sentiero, una vecchia mulattiera, consente di attraversare una zona impervia in maniera sicura.Nella mia prima escursione effettuata qui, è stato curioso notare che, pur rivolgendomi a persone che abitano questo territorio, in pochi conoscessero davvero le vicende della costruzione. In pochi sanno che è stata un’opera che ha coinvolto persone provenienti da tutt’Italia. Lo testimoniano, ad esempio, le gallerie intitolate Zappa e Picone, le cui origini dei cognomi spaziano dal nord al sud Italia.
L’impegno fisico è medio alto: comporta circa 700 metri di dislivello e un rientro. Il tutto si svolge in un ambiente che presenta dei rischi: il nostro lavoro di guida ci permette di riconoscerli e di contenerli attraverso le istruzioni ai partecipanti, incluse le avvertenze iniziali. Chi non fa nessuna abitualmente attività fisica troverà questa escursione molto impegnativa. Il sentiero è discretamente sicuro, ma occorre considerare che solo la seconda parte è servita da mezzi di soccorso e c’è il rifugio Achille Papa, mentre la prima parte è accessibile solo a piedi.
Ce ne sono tanti, e che non necessariamente hanno a che fare con episodi di guerra. Un percorso che a me piace molto e che vorrei proporre è il Cammino di Sant’Antonio, che si intreccia con il Cammino di San Francesco. È un itinerario che va dal passo della Calla fino a La Verna per Camaldoli. È un percorso storico che interessa Sasso Fratino, dove sono presenti alcune tra le faggete più belle d’Italia. Qui, come dicevo, la natura si sovrappone all’interesse storico e perché no, spirituale, coinvolgendo i cammini di San Romualdo, San Francesco e Sant’Antonio.
Ho apprezzato davvero molto l’approccio alla sicurezza. I formatori si sono soffermati molto su questo aspetto. Ci hanno fatto capire che non solo la sicurezza non deve essere trascurata, ma è la prima cosa a cui prestare attenzione. Durante il corso abbiamo curato ovviamente anche tutti gli altri aspetti, tra cui la comunicazione e la conduzione del gruppo, l’orientamento e le competenze naturalistiche.
Essenzialmente per due motivi: il primo è che non ho trovato corsi organizzati in Veneto in cui i docenti fossero soci AIGAE. Il secondo è che in Emilia-Romagna il corso è condizionato da un test d’ingresso: per alcuni è un ostacolo da superare, io la vedo più come una garanzia di qualità del corso.
Vuoi conoscere i dettagli, le caratteristiche e i calendari del prossimo corsi?Compila la form e invia la tua richiesta, senza alcun impegno.