Esiste un legame o un’intersezione tra l’arte e il lavoro dell’acconciatore? Può un’acconciatura definirsi una forma artistica? In realtà, il confine che passa tra arte e uno dei mestieri più antichi del mondo è sottilissimo.
Siamo abituati a pensare la figura del parrucchiere come colei o colui che nella sua bottega di paese o in città cura le nostre pettinature. Oppure, associamo spesso la figura di un hair stylist alle passerelle di moda o agli shooting fotografici. Eppure, il mondo delle acconciature ha dei confini ben più ampi. Infatti, l’acconciatore è una figura fondamentale anche per tutto il mondo dello spettacolo: teatro, cinema e televisione.
Nello specifico del grande schermo, un acconciatore cinematografico è colui che si occupa delle pettinature sui set – appunto - cinematografici. Dietro ogni acconciatura c’è una dura ricerca del dettaglio e l’elaborazione di concetti complessi. All’interno di un set, così come accade per il costumista, ognuno ha una propria mansione che deve essere eseguita in una perfetta sinergia di ruoli, tra trucchi, costumi e acconciature.
Questo mestiere può raggiungere alte vette di prestigio. Il caso è ad esempio quello di Francesco Pegoretti, che dopo aver lavorato per grandi registi ha ricevuto la nomination agli Oscar di quest’anno per il suo lavoro sul set di Pinocchio di Matteo Garrone.
Così, il mestiere del parrucchiere può uscire dal salone di un paese ed esprimersi come un’alta forma d’arte. Infatti, la grandezza di un bravo acconciatore poggia anche sulla sua conoscenza approfondita dell’arte soprattutto visiva.
Sul set capita spesso di dover riprodurre scene di una data epoca con i vestiti e le acconciature di quel tempo. L’unica porta di accesso disponibile per comprendere e, poi, rappresentare acconciature di un dato periodo storico sono, appunto, le opere d’arte. Francesco Pegoretti sostiene, però, l’esigenza di non “fotocopiare” semplicemente il passato. Si cerca sempre di inserire un tocco stilistico più moderno all’interno delle rappresentazioni storiche dei film. Sono proprio queste piccole libertà stilistiche a donare valore ai propri lavori.
In tutto questo sta l’infinita possibilità di espressione di un hair stylist: nel perfetto mix di cultura artistica e abilità tecnica. Ma non è tutto.
Prima della nomination, l’ultimo grande lavoro di Pegoretti è stato messo in scena a Sanremo. Francesco ha infatti curato le acconciature di Achille Lauro, durante le serate al teatro dell’Ariston. La difficoltà maggiore, insieme alla ricerca della perfetta rappresentazione artistica, è stata quella della diretta televisiva. Le modalità e le dinamiche sono completamente differenti rispetto al cinema. Ogni dettaglio deve essere perfetto, perché, una volta realizzato, il lavoro non si può più correggere.
In questo caso, nelle controverse rappresentazioni di Lauro che si proponevano come quadri d’arte, il mestiere dell’acconciatore è approdato anche nel mondo musicale. Infatti, il cantante ha messo in scena una serie di rappresentazioni, attraverso le sue esibizioni, che racchiudevano un lungo viaggio tra i generi musicali. Musica e arte si sono incontrate e hanno dato vita ad un memorabile spettacolo in ogni serata dell’Ariston. Anche in questo caso, il tocco estetico dell’hair stylist ha fatto la differenza.
Tornando alla domanda iniziale, possiamo dire che esiste un legame indissolubile tra l’arte e il mestiere dell’acconciatore, senza il quale quest’ultimo non potrebbe esprimere a pieno tutta la propria abilità.
Quindi, ogni giovane acconciatore può sognare e puntare in alto. Così, come Pegoretti, può cercare di tradurre il suo lavoro in un’alta forma d’arte tra musica, cinema e teatro.