Estetica oncologica: presentato il primo corso a Modena

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Cosa significa oggi essere un’estetista oncologica? Quali sono le difficoltà, quali le opportunità e qual è la strada più sicura per intraprendere questa importante missione professionale? Ne abbiamo parlato con il Prof. Beniamino Palmieri e Angela Noviello (OTI Italia) nella presentazione del prossimo corso di Estetica Oncologica a Modena.

Protagoniste dell’evento, le tante estetiste che con le proprie esperienze e le loro domande hanno dato vita a un vivo confronto tra mondo della medicina e mondo dell’estetica.

IL RUOLO DELL’ESTETISTA ONCOLOGICA

«Nell’orizzonte della medicina odierna esistono diverse terapie alternative al tradizionale impiego di farmaci chemioterapici, meno aggressive ma non del tutto prive di impatti estetici – ha spiegato il Prof. Beniamino Palmieri, Professore Associato di Chirurgia Generale presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. «Anche le nuove terapie presentano effetti collaterali sulla nostra pelle e sull’aspetto fisico, terreno d’azione delle estetiste.

«È importante ricordare, in ogni caso, che la lotta al cancro è una lotta contro le nostre cellule, che presuppone che anche i tessuti sani siano interessati dalle terapie. È questo il motivo per cui il ruolo dell’estetista è imprescindibile: occorre prendersi cura degli inestetismi e contribuire alla sensazione di benessere del paziente, nella sua totalità.

Per un’estetista non è necessario conoscere tutti gli aspetti della malattia e dei percorsi di cura, ma è fondamentale conoscerne gli effetti e le possibili complicazioni delle terapie. Un corso e un confronto continuo sono gli strumenti migliori per padroneggiare, neutralizzare e migliorare ogni inestetismo».

 

COME SI DIVENTA ESTETISTA ONCOLOGICA?

«Il primo passo è essere in grado di lavorare in autonomia in modo etico e scientifico, e la nostra certificazione permette di farlo – ha commentato Angela Noviello, Direttore Italia e Coordinatore Europa OTI Oncology Training international Oncology Esthetics. Mettiamo i professionisti in grado di selezionare in maniera indipendente i prodotti, gli ingredienti e gli strumenti idonei tra quelli potenzialmente dannosi per i pazienti oncologici.

Prepariamo le estetiste sia a livello teorico, sia a livello pratico, perché è importante conoscere molto bene cosa si può fare prima, durante e dopo le terapie, anche a distanza di anni dall’esperienza di malattia.

Il corso che stiamo realizzando con Obiettivo Bellezza offrirà un supporto pratico alle estetiste, attivando dei tirocini in cui metteremo i professionisti nella condizione di poter trattare i pazienti. Grazie all’accoglienza e alla collaborazione degli ospedali italiani, è proprio questo quello che la certificazione OTI è in grado di offrire».

IL PUNTO DI VISTA DELL’ESTETISTA

«Nella mia esperienza, dopo 15 anni di lavoro, mi sono spesso trovata a non riuscire a dare una risposta veramente efficace, giusta e sicura. Ogni volta che nel mio centro entrava una persona impegnata in un percorso di cura, i dubbi aumentavano – racconta Giada Codo, estetista specializzata

Cosa rispondere, ad esempio, a una paziente affezionata?
«Nei corsi che preparano alla certificazione OTI vengono date tutte le informazioni che ci permettono di rispondere alle clienti e di fare bene il nostro lavoro. Ad esempio non è sempre vero che il massaggio debba essere evitato: nelle giuste tempistiche si può fare, naturalmente rispettando le opportune linee guida. Viceversa, il parere di un’estetista può essere molto più utile di quello che si pensi per affrontare la disidratazione, un effetto collaterale di molte cure.

Con la certificazione, adesso collaboro con ANDOS e una volta al mese tengo dei laboratori pratici all’ospedale di Cona, a Ferrara. Posso dire che è un lavoro difficile ma pieno di soddisfazioni: stanno bene loro, ma stiamo bene anche noi: niente è più gratificante di aiutare una persona a stare meglio».

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