Aggiornamento RSPP e ASPP: l'intervista a Lorenzo Fantini

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Quale percorso è il più efficace per aggiornare la propria formazione RSPP/ASPP? Frequentare un percorso completo da 5 giornate o seguire più incontri nell’arco di 5 anni per un totale di 50 ore?

Dipende. Ma a prescindere dai casi, il modo migliore per farlo è affidarsi a formatori di grande esperienza nel campo della sicurezza. Come l’avvocato giuslavorista Lorenzo Fantini, già Dirigente del Ministero del Lavoro proprio nel periodo in cui è nato il Testo Unico sulla Sicurezza sul lavoro Dlgs. 81/2008.

In vista dei prossimi corsi FORMart in programma a Bologna lo intervistiamo sulla figura professionale e sugli argomenti più rilevanti per gli RSPP, che saranno trattati nell'incontro da 8 ore sugli Aspetti Giuridico Normativi.

«Chi lavora come RSPP svolge un ruolo difficileci spiega Lorenzo Fantini - Ha la necessità di affrontare problemi molto specifici valutando ogni genere di rischio, dal chimico all’elettrico, dagli incendi allo stress correlato. Spesso serve una grande competenza per prendere la decisione corretta di fronte a una normativa complessa e di non sempre facile interpretazione. Senza considerare le novità tecniche e tecnologiche».

 

Quali vantaggi può portare all’azienda un RSPP ben informato?

«Nel breve, medio e lungo periodo, l’operato di un RSPP può limitare in maniera consistente il verificarsi di infortuni sul lavoro. Ma soprattutto tiene ben lontana l’azienda dalle aule di giustizia nel caso in cui dovessero verificarsi incidenti. Il Sistema di Prevenzione e Protezione si occupa della sicurezza dentro e fuori l’azienda, dove RSPP e datore di lavoro non possono permettersi il lusso di essere poco informati o interpretare male la legge».

 

Perché ad esempio, all’interno di una azienda, devono fare formazione anche stagisti, tirocinanti e studenti in alternanza scuola-lavoro?

«Nella Valutazione dei Rischi occorre tenere conto di tutte le persone che sono presenti in azienda a vario titolo. Gli stagisti e i tirocinanti, sebbene non siano a tutti gli effetti dei lavoratori, devono essere considerati come persone esposte agli stessi identici rischi che coinvolgono gli altri dipendenti: per questo è prevista, anche per loro, la formazione e la visita medica».

 

Perché lo smart working è un tema molto discusso sotto il profilo della sicurezza?

«Come tutte le altre attività lavorative anche lo smartworking deve beneficiare delle misure di sicurezza aziendali. È fortemente richiesto ma c’è ancora poca chiarezza su regole e modalità. Ad esempio occorrerebbe differenziarlo dal telelavoro, che si svolge all’esterno ma sempre nello stesso luogo. Lo smartworking potrebbe svolgersi invece in luoghi diversi e non è sempre semplice prevedere le caratteristiche dell’ambiente e i relativi rischi. Ecco perché è un argomento spinoso per gli RSPP, soprattutto in questo periodo».

 

Incertezze che aumentano quando i lavoratori di una azienda si trovano all’estero.

«Esatto. Molto spesso nei miei incontri un argomento centrale è la regolamentazione del lavoro all’estero: quale legge occorre applicare quando una unità operativa svolge un’attività in un paese straniero? Analizzare casi aziendali è molto utile per trovare una soluzione a situazioni simili: per questo mostro spesso agli RSPP casi concreti con i quali mi sono confrontato nella mia esperienza in veste di consulente».

 

I casi più complessi sono quelli in cui i propri lavoratori operano all’interno di aziende terze: negli incontri si parlerà anche di appalti e cantieri?

«Questo è un argomento fondamentale perché interessa molte più aziende di quanto si riesca a immaginare. Riguarda anche le aziende che offrono servizi, aziende che forniscono materiale, aziende che operano attraverso l’outsourcing. Il rischio di interferenza è notevole. I problemi sono molto chiari ma l’interpretazione della legge non lo è sempre: per questo offro spesso spunti che possono aiutare le aziende con soluzioni pratiche».

 

RSPP/ASPP: aggiornati in aula con Lorenzo Fantini