Nei primi nove mesi dello scorso anno le aziende emiliane hanno confermato la propria forza e la propria capacità nel vendere i prodotti all’estero: lo afferma il report “Le esportazioni delle regioni italiane” realizzato e pubblicato recentemente dall’Istat. Tra gennaio e settembre 2017 in Emilia Romagna le vendite all’estero hanno generato 44.189 milioni di euro di entrate, facendo segnare una crescita del + 5,8%. Riescono a fare meglio solo le imprese lombarde e venete, ma rispetto al 2016 si è ridotta la forbice che divide Veneto e Emilia Romagna: la differenza è passata da 1429 milioni di euro dello scorso anno agli attuali 1219 milioni di euro.
COSA È ANDATO MEGLIO,
COSA È ANDATO PEGGIO - Rispetto alla media nazionale, il settore che ha fatto
segnare la crescita maggiore è stato quello dell’industria metallurgica, con il
+9,9%. Buona la crescita delle industrie chimico-farmaceutiche (+7,5), delle
imprese manifatturiere che realizzano macchinari o apparecchiature meccaniche
(+7,2%), nonché quelle che producono apparecchiature elettriche, ottiche,
medicali e di precisione (+8,0%). Negativa invece rispetto alla media nazionale
la crescita delle esportazioni nel settore dei trasporti e nel settore dell’agricoltura
e pesca (-1%).
COSA SERVE ALLE
IMPRESE PER APRIRSI AL MERCATO - Le vendite all’estero sono davvero remunerative solo
quando l’intera impresa è orientata a vendere i prodotti oltre i propri
confini. Occorre elaborare una strategia efficace, calcolare i rischi e
considerare tutte le variabili in gioco: non solo la necessità di comunicare in
una lingua straniera con i propri clienti, ma soprattutto l’opportunità di
concludere le trattative commerciali alle migliori condizioni reciproche.
Le aziende emiliane hanno la possibilità di apprendere tutto ciò e migliorare
la propria competitività nei mercati esteri gratuitamente grazie alla formazione finanziata da Regione Emilia-Romagna e Fondo Sociale Europeo, con i corsi: